APPARECCHIARE NEL TEMPO E NELLA CULTURA



Cliente sceglie dei frutti di mare in un ristorante romano, 1937, fotografia di Regine Relang

Alessi, Antipastiera, 1927

In alto: Mosaico da Cartagine con la preparazione di un banchetto, 180-190 d. C. Parigi, Musée du Louvre

L’uso di avviare il pranzo o la cena con l’antipasto è molto antico. Già i romani introducevano i loro banchetti con il gustus o gustatio, un servizio d’esordio con pietanze leggere, tra le quali c’era sempre l’uovo sodo. Con il trascorrere del tempo e il variare dei costumi, l’antipasto conobbe numerose declinazioni sia nella scelta degli alimenti sia nella modalità del servizio.
L’evolversi della progettazione e della produzione degli oggetti d’uso da cucina e da pranzo ha riguardato anche la modalità di proporre l’antipasto, che si affermò come tale con il diffondersi del servizio alla russa e dunque la regolamentazione delle portate. Il gusto per la funzionalità e l’ornamentazione ha fatto in modo che il semplice vassoio venisse in parte soppiantato dall’antipastiera.
Questo oggetto è costituito da una base per lo più in metallo o porcellana, dotata di manici, e da una serie di alloggi chiamati raviere in cristallo, vetro, porcellana di forme e misure diverse, che si incastrano perfettamente sul vassoio come le tessere di un mosaico. Accanto alle antipastiere, per un agevolare l’ospite e per motivi igienici, dovrebbero sempre essere disposte particolari posate, adatte a raccogliere e a servire con accuratezza le vivande proposte.