APPARECCHIARE NEL TEMPO E NELLA CULTURA


James Tissot, La lettura del giornale, 1874 circa. Collezione privata

Manifattura Imperiale di Porcellana di San Pietroburgo, Servizio da tè dell’imperatore Paolo I, 1800. Pavlovsk (San Pietroburgo), Museo di Stato Pavlovsk

In alto: Jean-Siméon Chardin, Donna che beve il tè, 1735. Glasgow, The Hunterian Museum and Art Gallery

In basso: Albert Lynch, Donne che prendono il tè, XIX secolo. Lima, Museo de Arte

TAZZA. L'ARTE DEL TÈ E DELLA CIOCCOLATA

Nel mondo contemporaneo la tazza accompagna il risveglio o gradevoli momenti di pausa nel pomeriggio. La grande tazza della colazione, la pratica mug personalizzata, spesso oggetto prediletto del merchandising, la classica tazza con piattino coordinato, pensata soprattutto per il tè del pomeriggio o la cioccolata, sono tutti oggetti molto diffusi sulle nostre tavole.
Dal Settecento ai primi del Novecento, negli ambienti aristocratici e altoborghesi, bere il tè era un’attività sociale: un’occasione in cui si conversava e ci si scambiavano utili informazioni per intraprendere affari redditizi o stringere interessate relazioni sentimentali.
Con il passare del tempo e cambiando le dinamiche e i rapporti sociali, la tazza è sempre di più la compagna di piacevoli e riflessivi momenti solitari, soprattutto se legata all’assunzione di tè o tisane. Squarci di intimità che, anche se eccezioni, si ritrovano in alcune preziose testimonianze di età moderna, come nel dipinto di Jean-Siméon Chardin, Una donna che prende il tè (1735), o nella parole dello scrittore inglese Thomas De Quincey che, sottolineando come il tè conciliasse un’atmosfera riflessiva, osservava: “Il tè sarà sempre la bevanda favorita dell’intellettuale”.

La tazza si diversifica

ELEGANTI CONTENITORI

Il rito della colazione

TRA STATUS SYMBOL E IDENTITÀ

Un'usanza che viene dal lontano

LE ORIGINI DEL TÈ

Prestigiosi pezzi da museo

UN SERVIZIO DA MEISSEN