Miniatore fiammingo Cena, XV secolo, particolare, in Decameron di Giovanni Boccaccio. Parigi, Bibliothèque Nationale de France

Miniatore francese, Banchetto, XIV secolo. Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana

In alto: Marco d’Oggiono, Ultima cena, 1506-1509 circa, particolare. Écouen, Musée national de la Renaissance

In basso: Sebastian Stoskopff, Tavola apparecchiata con saliera e pâté in crosta, 1640 circa, particolare. Collezione privata

TOVAGLIA E TOVAGLIOLI. I TESSUTI DELLA TAVOLA

La tovaglia e il tovagliolo non sono sempre stati ben distinti nell’uso e quello che oggi è un comportamento assolutamente lontano dalle buone maniere, ovvero pulirsi la bocca con un lembo della tovaglia, era la normalità nei banchetti medievali. Per tutto il medioevo, infatti, i commensali asciugavano le mani, la bocca e il coltello personale sulla tovaglia; eventualmente qualche lembo di tessuto, antenato del tovagliolo, era lasciato a disposizione per più ospiti.
In questa epoca si prediligevano tovaglie bianche di lino, operate a spina o ad occhio di pernice, ornate di strisce e riquadrate con balze dai colori intensi. Talvolta si arrivava anche a profumarne i tessuti e a sovrapporne di diverse tinte in modo che si intonassero al colore delle pietanze servite.
La tovaglia era un importante segno di distinzione e il non averne era comune solo alle classi più umili. Tale tessuto decorativo venne connotato anche di un forte valore simbolico ed entrò nei rituali cavallereschi.
Bertrand du Guesclin, condottiero francese del XIV secolo, istituì un rituale infamante per radiare i cavalieri che avessero macchiato il proprio onore: si dovevano sedere a una tavola apparecchiata, la tovaglia veniva tagliata alla loro destra e alla loro sinistra, e la parte davanti a loro veniva rimossa.