Manifattura tedesca, Posate da viaggio, XVII secolo. Collezione J. Hollander

Paolo Veronese (Paolo Caliari detto il), Convito in casa di Levi, 1573, particolare. Venezia, Gallerie dell’Accademia

In alto: Alonso Sánchez Coello, Il banchetto del re, 1579 circa, particolare. Poznań, Muzeum Narodowe

In basso: Pittore portoghese, L’uomo con il bicchiere di vino, metà XV secolo, particolare. Parigi, Musée du Louvre

LE POSATE. RAFFINATI STRUMENTI

A Venezia, nell'XI secolo, durante un banchetto Teodora, principessa bizantina divenuta sposa del doge Domenico Selvo, utilizzò in pubblico una forchetta. Di materiale prezioso come l'oro e con due rebbi, la forchetta non era una novità nei ricchi convivi bizantini ma lo era in Italia e nel resto dell'Europa, dove il cibo si portava alla bocca con le mani.
Nel XIII secolo i galatei raccomandavano l'uso di tre sole dita per prendere il cibo: le cinque dita erano lo "strumento" dei villani.
Se forchetta e forchettone erano eventualmente utilizzati per la lavorazione del cibo, per esempio per afferrare e trattenere le carni durante il taglio, più diffuso e necessario, anche durante i banchetti, era il cucchiaio, essenziale sulla tavola del signore per tutte le pietanze liquide o semiliquide. Il coltello, di fatto utile solo per affettare, si trovava nei piatti di portata ma non come posata individuale.
Per lungo tempo, ancora in età moderna, solo i grandi signori potevano garantire ai loro ospiti le posate necessarie, molto più radicata era la consuetudine di portare con s´ l'occorrente. In astucci, non di rado decorati, trovavano posto cucchiaio, forchetta, coltello, spesso ingegnosamente costruiti.