Manifattura veneziana, Calice, seconda metà XVI secolo. Murano, Museo del vetro

Frans Francken il Giovane, Banchetto in casa del borgomastro Rockox, 1630-1635 circa, particolare.
Monaco, Bayerische Staatsgemäldesammlungen, Alte Pinakothek

In alto: Sebastian Vrancx, Banchetto all’aperto, 1610-1620 circa. Budapest, Szépművészeti Múzeum

In basso: Giorgio Morandi, Natura morta con bottiglia e bicchieri, 1952 circa. Collezione privata

IL BICCHIERE. PROTAGONISTA ECLETTICO E STRAVAGANTE

Fino al XVIII secolo i bicchieri non erano sulla tavola. Ciascun commensale chiedeva da bere al servitore che portava e riempiva una coppa, poi usata da almeno altri due o tre ospiti. Nel frattempo si iniziarono a fabbricare bicchieri di uno stesso modello ma di misure diverse, ciascuna adatta a una specifica bevanda, e a lasciarli, pochi e sparsi, sulla mensa.
Bicchieri individuali, accompagnati da caraffe e brocche coordinate, trovarono definitivamente posto sulle tavole solo a partire dalla prima metà dell’Ottocento. Ogni convitato disponeva di più di un bicchiere, da tre fino a sei, della medesima forma e con il medesimo decoro e da utilizzare in base alla bevanda da sorbire. Anche oggi il servizio completo prevede il bicchiere da acqua, da vino rosso, da vino bianco, da champagne, da vino dolce e da liquore.
Naturalmente la varietà dei vetri e delle forme, sollecitò la fantasia di disegnatori e artigiani: i bicchieri, spesso in cristallo, diventarono colorati, incisi, con decorazioni dipinte, dorate, smaltate, adeguandosi al mutare del gusto.