APPARECCHIARE NEL TEMPO E NELLA CULTURA

La napoletana

Più antica della moka e altrettanto nota è la cosiddetta napoletana. Simile nell’aspetto alla moka, se ne distingue soprattutto per la procedura di preparazione del caffè. Quando l’acqua posta nella parte inferiore inizia a bollire, si spegne il fuoco e si capovolge la caffettiera così che l’acqua inizi a filtrare attraverso il caffè posto in posizione intermedia e si raccolga nel recipiente dotato di beccuccio, pronto per essere servito.

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Riccardo Dalisi per Alessi, Caffettiera Napoletana 90018, 1987

In alto: Totò e Peppino in una scena del film “La banda degli onesti”, 1956

L’amore degli italiani per il caffè è ben noto e l’espresso italiano è una bevanda apprezzata e ricercata in tutto il mondo. Il caffè espresso nacque a Torino nel 1884 grazie all’invenzione di Angelo Moriondo che brevettò la macchina per ottenere la bevanda tramite procedimento di percolazione sotto alta pressione di acqua calda. Questa macchina permetteva di preparare il caffè in pochi secondi, esigenza particolarmente sentita da Moriondo che a Torino gestiva il Grand-Hotel Ligure e l’American Bar.
A casa il caffè espresso iniziò a diffondersi a seguito dell’invenzione, nel 1933, della Moka Express progettata da Alfonso Bialetti che a Crusinallo, nel Verbano, aveva avviato una fonderia di semilavorati in alluminio. La moka, che fa parte della collezione permanente del Museum of Modern Art di New York, è formata essenzialmente da tre parti scomponibili: la caldaia, munita di valvola di sicurezza; il filtro a imbuto, dove si mette la polvere di caffè torrefatto; e il raccoglitore che si chiude a vite sul serbatoio dell’acqua e contiene la bevanda che esce dalla cannula. Inconfondibile la sua caratteristica forma sfaccettata, rimasta immutata a tutt’oggi.