APPARECCHIARE NEL TEMPO E NELLA CULTURA



Manifattura francese, Porta cucchiai pensile, XIX secolo. Parigi, Musée National des Arts et Traditions Populaires

Pieter Bruegel il Vecchio, La mietitura, 1565, particolare. New York, The Metropolitan Museum of Art

In alto: Annibale Carracci, Mangiatore di fagioli, 1583-1584. Roma, Galleria Colonna

Nel mondo popolare e rurale il cucchiaio era forse la posata più importante, particolarmente adatta per i cibi che venivano consumati: latte, minestre, legumi. Tale posata era per lo più in legno, materiale facilmente reperibile e lavorabile.
I cucchiai, come ogni altro utensile della cucina agreste, erano conservati con cura, oggetti considerati preziosi dal contadino che li aveva ereditati o costruiti, ai cui occhi rappresentavano per struttura e forma la soluzione più ovvia per svolgere la funzione cui erano destinati.
La coppa dei cucchiai di legno poteva avere forma longitudinale, trasversale, più facilmente manovrabile e accostabile alla bocca, oppure grossolanamente triangolare, adatta a raccogliere o raschiare. Il manico poteva essere diritto o con gancio, liscio o decorato, di forma semplice o ergonomica.
Dopo il legno subentrarono per il cucchiaio materiali meno deperibili, come ferro, stagno, rame e leghe varie. Nei cucchiai metallici erano frequenti la forma appuntita, comoda per incidere, e i bordi affilati, utili per tagliare.