APPARECCHIARE NEL TEMPO E NELLA CULTURA



Perugino (Pietro Vannucci detto il) e collaboratori, Ultima cena, 1490 circa, particolare. Firenze, monastero di Sant’Onofrio

Forchette a due, tre e quattro rebbi, XVI-XVIII secolo. Collezione J. Hollander

In alto: Sandro Botticelli, Novella di Nastagio degli Onesti. Il banchetto di nozze, 1483 circa. Collezione privata

Nella Firenze quattrocentesca, tra le maggiori corti italiane ed europee per cultura, eleganza e raffinatezza, le forchette non erano certo una rarità e durante gli eleganti banchetti di Lorenzo il Magnifico era abitualmente utilizzata da dame e cavalieri. La corte disponeva di ben 56 forchette e un gran numero di coltelli e cucchiai.
Il dipinto di Sandro Botticelli, Novella di Nastagio degli Onesti. Il banchetto di nozze, opera databile al 1483, mostra alcuni componenti della famiglia Medici seduti a una mensa dalla tovaglia immacolata mentre reggono un’elegante forchetta a due denti, in attesa delle pietanze.
Rimanendo a Firenze ma allontanandosi dal clima profano e cortese dell’opera di Botticelli, una sobria semplificazione della forchetta si trova nell’Ultima cena affrescata su disegno del Perugino negli anni novanta del XV secolo nel refettorio del monastero di Sant’Onofrio. Alla mensa sacra un apostolo regge una sorta di forchetta semplificata, funzionale posata per avvicinare il parco cibo alla bocca.