

Colazione a letto, 1930-1940 circa
Colazione francese, in “Peeps at France” di J. Williamson, 1907
In alto: François Boucher, Il pranzo, 1739, particolare. Parigi, Musée du Louvre
Il termine “colazione” si diffuse nel medioevo per designare il pasto serale consumato in comune dai monaci. Intorno ai secoli XV e XVI, soprattutto in ambienti laici, per il pasto serale prevalse la parola “cena”, per la quale si presupponeva un’attività maggiore di preparazione dei cibi. Collation si diffuse in Francia per indicare un pasto rapido, lontano da quelli principali. Oggi, in particolare nell’uso alberghiero, se si vuole con certezza identificare con colazione il primo pasto della giornata, si parla di prima colazione.
Fu nel Settecento che l’uso della colazione si affermò e con esso l’abitudine di consumare al mattino bevande calde accompagnate da qualche biscotto. A quell’epoca la colazione era abitudine aristocratica e dai documenti pittorici risulta spesso servita direttamente in camera da letto o nei piccoli salotti ad essa destinati, caratteristici nelle dimore gentilizie. Nei dipinti settecenteschi tale consuetudine, proprio per la sua ritualità aristocratica, appare come un riferimento esplicito all’ambiente di appartenenza, vero e proprio specchio di un gusto e un’abitudine esclusiva. Nella pittura dell’Ottocento la colazione sembrò rientrare nella celebrazione artistica dell’intimità domestica, quale rituale familiare della facoltosa borghesia industriale e finanziaria.
